scàtula da chiringuito, vol.2: ma dove andremo a finire con 'sti AZZURRI⚽
Tempo di lettura:5 min? 10? 15? non correre, tanto fa caldo (finalmente!)☀️
25 luglio 2024
e sii: siamo in ritardo, ma ero in ferie... e poi è estate, dai!
spero che anche se sei un* di quelli che hanno un rifiuto per il calcio, la nazionale, gli Europei ed eviti come la peste le reunion come in questa foto tu non abbia già chiuso questo numero di scàtula perché fidati di me: non parlerò in maniera così stressante di calcio da annoiare chi non riconosce una posizione di fuorigioco e se ne vanta.
D’ALTRO CANTO,sei un* super espert* di calcio? IO NO, quindi nemmeno te lo devo dire: qui non troverai delle specifiche sulle tattiche tecniche visioni strategiche che Spalletti (per quell* che si identificano nel paragrafo precedente, Spalletti è il Commissario Tecnico - CT - della Nazionale di Calcio italiana) avrebbe dovuto potuto altraparolachefinisceperUTO utilizzare.
Cosa quindi proverò ad azzardare e come questo si lega ai temi che trattiamo qui di solito? Tra i tanti commenti su questi europei di calcio, quelli che mi hanno più incuriosita sono stati quelli legati al calcio più che come gioco, come settore di lavoro. Un settore di lavoratori professionisti, che fattura oltre 5 miliardi di euro all'anno in Italia, essendo il primo sport seguito nel paese, ma che ha una struttura e una mentalità spesso vetusta e complessa, che deve affrontare delle sfide di innovazione importanti, molto italiane, per essere al passo con l’economia del lavoro di oggi.
Troppo? Beh, rimane una scàtula da chiringuito, nella speranza che tra un ghiacciolo, uno spaghetto alle vongole e una birra al bar possiate avere qualche elemento in più per chiacchierare sul tema.
Se volete farmi sapere la vostra, ricordatevi che basta fare rispondi a questa email: io vi leggo sempre volentieri🥰
Buona lettura, Anna Sofia
AH, un PS importante: alla fine c’è un regalino firmato Box... Curios*? Devi andare fino alla fine: è proprio L’ULTIMA COSA.
⚠️ premessissima: gli Europei hanno invaso molte delle nostre vite, volente o nolente, tanto che sono certa che molt* di voi anche a finestre chiuse, anche senza uno schermo davanti, grazie alle esultanze e ai “nooooooo” avrebbero in ogni zona d’Italia potuto dire a quanto fosse la partita giocata dagli Azzurri in quel momento. Ma questa invasione me la conferma anche Google Trends, che riporta per il mese di giugno la ricerca della parola “Italia” associata, in ordine, a:
inondazione (ah, il cambiamento climatico, che spettacolo)👩🏽🚒
Croazia oggi ⚽
partita Svizzera ⚽
partita contro la Croazia ⚽
Svizzera agli Europei ⚽
Ultima info di servizio per chi aberra il gioco del pallone: non siamo andati proprio proprio ALLA GRANDISSIMA - siamo usciti ai quarti, vincendo solo una partita, ed eravamo i campioni in carica.
Ecco quindi perché sono certa che questa lettura del settore calcio potrà trovare spazio nelle vostre chiacchiere da chiringuito. Per cui, entriamo nel vivo!
1. Il calcio italiano è TANTO
Immaginate un mondo dove il pallone non è solo passione, ma anche un potente motore economico. L’ho scritto, ma lo ripeto: il calcio italiano dà lavoro a più di 400.000 persone, genera oltre 5 miliardi di euro all'anno, rappresentando circa il 2% del PIL nazionale. Per darvi un’idea: il basket cuba 400 milioni, la pallavolo meno di 200.
Infatti, il calcio non solo attira milioni di spettatori ad ogni partita, ma sostiene un ecosistema complesso di entrate derivanti dai diritti televisivi, sponsorizzazioni, vendite di biglietti e merchandising.
Con la Serie A che domina il panorama calcistico nazionale ed europeo, il calcio italiano si distingue per la sua capacità di unire tradizione e modernità, alimentando un ciclo economico che influisce su molteplici settori, dal turismo all'industria dello spettacolo.
2. Il calcio italiano è ITALIANO
L'organizzazione del calcio italiano è una rete intricata di interessi e dinamiche che spesso ostacolano l'efficienza e l'innovazione, una combinazione molto comune nel panorama lavorativo italiano.
La Serie A, pur essendo uno dei campionati più prestigiosi al mondo, affronta regolarmente sfide di governance interne che minano il suo potenziale. La Serie B lotta per attrarre investimenti vitali mentre cerca di stabilizzare le finanze dei club. La Serie C, con il suo vasto numero di squadre, soffre di una distribuzione ineguale delle risorse e di una governance centralizzata che non sempre risponde alle esigenze locali.
La burocrazia e le lungaggini decisionali impediscono spesso l'implementazione di riforme urgenti, ostacolando il progresso necessario per un calcio italiano competitivo e sostenibile nel lungo termine.
3. Il calcio italiano, FARE CARRIERA
Come in ogni settore lavorativo, il futuro del calcio italiano risiede nei suoi giovani talenti.
Da Sandro Tonali a Nicolò Barella, l’Italia ha una ricca tradizione di scoperta e sviluppo di giocatori di classe mondiale.
Tuttavia, la transizione dai campi delle giovanili alla fama internazionale è un cammino accidentato. Molti giovani talenti si confrontano con pressioni immense e aspettative irrealistiche, mentre cercano di stabilirsi nel calcio di élite, esperienze che ci rispecchiano quindi un settore decisamente poco innovato dal punto di vista dei percorsi di carriera.
Come nelle aziende, quali sono gli snodi che potrebbero meglio abilitare questo settore?
La formazione che si traduce nelle scuole, ovvero i centri tecnici federali. Questi dovrebbero essere più improntati a fornire una formazione completa che non solo sviluppi le abilità tecniche, ma anche la resilienza mentale e l'adattabilità agli ambienti competitivi.
Ma è formazione anche l’introduzione e il rafforzamento di programmi come le seconde squadre, che sono squadre riserve di un club principale, che competono in un campionato separato dal primo team, utilizzate per far giocare giovani talenti e giocatori in recupero da infortuni, offrendo loro l'opportunità di maturare e di essere pronti per la prima squadra. Queste squadre potrebbero offrire ai giovani giocatori un'esperienza di gioco più continua e graduale, preparandoli meglio per il salto tra le giovanili e il calcio professionistico.
4. Il calcio è delle SECONDE GENERAZIONI
Ci siamo depressi? Ci siamo un po’ depressi, si, lo accetto. Ecco perché introduco un punto un po’ tricky, ma che invece mette in risalto un tema nel calcio italiano che sta fiorendo e portando a risultati molto positivi: le seconde generazioni.
Una delle sfide più affascinanti e promettenti per il calcio italiano è rappresentata dagli italiani di seconda generazione.
Questi sono giovani talenti nati e cresciuti in Italia da genitori di origine straniera, portando con sé una miscela unica di cultura italiana e influenze da tutto il mondo. Nomi come Moise Kean, Jorginho, e Stephan El Shaarawy sono solo alcuni esempi di giocatori che stanno emergendo come protagonisti nella Serie A e oltre.
Perché casi positivi? Perché sono talenti che stanno arricchendo il gioco con nuove prospettive tattiche e tecniche, fungendo anche da ponte tra diverse comunità. E’ un fenomeno che vediamo nelle squadre, nelle scuole e che sta arrivando anche nelle aziende ma che, grazie alla copertura mediatica che il calcio ha in Italia di cui abbiamo parlato fino ad ora, si crea un’importante cassa di risonanza. Ho citato calciatori, ma qualche esempio delle società? Eccone uno.
5. Il calcio è SULLA BUONA STRADA?
Beh, mi gioco la carta del non molto amato “NI”. Il calcio italiano si trova ad un bivio cruciale: abbracciare l'innovazione o rischiare l'obsolescenza. Le riforme decisive sono indispensabili per il futuro del calcio italiano, ora più che mai.
Paesi come la Spagna e la Germania hanno già intrapreso cambiamenti radicali, riducendo il numero di club professionistici e migliorando le infrastrutture giovanili e promuovendo il più possibile una governance trasparente. È cruciale che l'Italia adotti un approccio simile, ottimizzando le risorse e modernizzando la governance per garantire un ambiente sostenibile e prospero per il suo calcio.
migliorare le infrastrutture, semplificare e puntare sulla trasparenza.. non sono forse questi dei leit motiv di molti dei settori italiani nel mondo del lavoro?
I mondiali del 2026 forse sono un po’ vicini per dei cambiamenti radicali, ma chi può dire per i prossimi europei? pssst: per i meno esperti, sto parlando del 2028!
Qualche articolo o approfondimento un po’ più approfondito sul tema, che è stata anche fonte di questa newsletter: uno, due, tre, quattro
Premessa: io sono un po’ giovane per essermi goduta SARABANDA in prima persona, MA ne conosco il valore storico e quindi vi propongo questo giochino carino, proprio da chiringuito.
Baaasta stare al chiringuito. Vuoi andare in una città che non conosci?Queste mappe+IA ti creano un itinerario ad hoc.
Se stai ancora al chiringuito, non puoi esserti pers* LA discussione di giugno. Qui a puoi leggere e ascoltare. E’ una storia bellissima e VERISSIMA, tu che ne dici?
1. prendi il telefono 2. scarica sticker maker - per android - per iOS 3. clicca qui e fai download 4. apri con sticker maker 5. importa su whatsapppp!
*se non hai capito, forse sei un po' boomer, ma sono inclusiva e te lo scrivo: sono sticker per whatsapp!