“I giovani d’oggi sono pigri e privi di ambizione, signora mia!”
Tempo di lettura: 7 min e 4 sec, il tempo di un buon ☕
21 settembre 2023
Ciao ☀️📚
in questo mercoledì che a Milano sa di ufficiale back to school e primi segni d'autunno, ti do il benvenuto nella community di box!
Siamo piccoli, ma cresceremo 🌻 perché, contrariamente a quanto c'è scritto qui sopra, NON siamo pigri e privi di ambizione, signora mia!
E allora, buona lettura e mi raccomando: se passi per Milano,ti aspetto in box!
Anna Sofia
Nell’universo dei luoghi comuni, questo pensiero è impattante come il passaggio di un asteroide☄️: un sasso gigante che viaggia ad una velocità media compresa tra i 61mila e i 108mila km/h che noi, giovani d’oggi, sentiamo atterrare sulla cima della nostra testa ogni volta che questa frase viene pronunciata.
No, signora mia, i giovani d’oggi non sono pigri e privi di ambizione 🤦🏽♀️. Il problema c’è, ma è ben più complesso: si chiama quiet quitting e *spoiler* non colpisce solo i gggiovani, ma - in generale - chi ricerca un maggior equilibrio tra lavoro e vita privata.
Il quiet quitting è un fenomeno, tipicamente giovanile,
che consiste nel fare il minimo indispensabile sul posto di lavoro.
1. Quiet quitting, cos’è
Nomone epico, che in parole povere è un abbandono segreto, un modo elegante per dire che noi giovani, sul posto di lavoro, facciamo il minimo indispensabile.
Cioè, sì, manteniamo la nostra parte del contratto, ma invece di sfrecciare a tutta velocità, ci lasciamo t r a s c i n a r e dalla corrente.
2. Cause
I colpevoli, se di colpe vogliamo parlare, del quiet quitting sono *rullo di tamburi*I SOCIAL MEDIA.
Instagram, TikTok, LinkedIn e, tra un gattino e un buongiornissimo☕☀️, anche Facebook, hanno contribuito a farci prendere consapevolezza e a voler contrastare in modo naturale e quasi inconscio la cultura dello stacanovismo e l’abitudine di sovrapporre l’identità dell’individuo con il lavoro che svolge.
3. E conseguenze
4. Perché accade?
Ci rendiamo conto che il nostro benessere, fisico e mentale, è importante, che non vogliamo un lavoro che ci schiacci o che non rifletta chi siamo davvero.
Ci sembra quindi di avere indossato un paio di scarpe troppo strette e ovviamente non vogliamo farci male i piedi. 👟
Non vogliamo essere solo ingranaggi di una macchina, ma persone che si sentono apprezzate e felici.
5. E quindi?
Vogliamo cambiare le regole del gioco. Vogliamo un equilibrio tra vita e lavoro, vogliamo che il nostro benessere conti tanto quanto la nostra busta paga. Non vogliamo solo vivere per lavorare, ma anche lavorare per vivere.
Abbiamo sicuramente bisogno di manager che capiscano i nostri desideri e ci aiutino a dar loro forma. E noi? Beh, dobbiamo smettere di farci piccoli e chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno. Ci sono un sacco di risorse là fuori, pronte ad aiutarci a trovare il nostro posto nel mondo lavorativo.
Non siamo solo dei developer, dei consulenti, dei content creator, siamo i creatori del nostro destino professionale 🌟🎨 e per non lasciarti solo con belle parole, ti suggeriamo alcuni contenuti - non pallosi - che potrebbero ispirarti sul tema!
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